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Dagli inizi del secolo scorso, nell’azienda della famiglia Colantone, era presente la “vacca janga” (mucca bianca) così dialettalmente chiamata, oggi conosciuta da tutti come vacca Marchigiana, solamente 3/4 capi venivano allevati in campagna esclusivamente per la produzione di cibo utile al fabbisogno familiare, come l’aratura del terreno, la semina, il trasporto e tanto altro. 

Dagli inizi degli anni ’60 e per anni a seguire, con la crescita economica del Paese sono stati coinvolti anche i piccoli paesi montani.

Così facendo, anche nell’Azienda Colantone si è passati ad avere un piccolo allevamento di Marchigiana utile a creare reddito per il sostentamento della famiglia.

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La vera svolta per l’Azienda avvenne nel 1988, quando i fratelli Colantone ebbero problemi di consanguineità tra animali e decisero di acquistare un toro da un’azienda già certificata Marchigiana sita nel paese natale di Padre Pio, ovvero Pietrelcina. Da quei giorni è stato sempre un crescendo in genetica, fino al 1996, dove l’Azienda divenne la prima sul territorio ad essere iscritta al Libro Genealogico della Razza Marchigiana ed al Consorzio di Tutela del “Vitellone Bianco Dell’Appennino Centrale”.

L’Azienda ha puntato non solo alla crescita in infrastrutture e attrezzature ma anche in numero di capi, tenendo sempre presente la crescita in genetica della vacca Marchigiana; obiettivi raggiunti grazie all’acquisto di tori utilizzati per la riproduzione, presi dove la vacca Marchigiana è nata, ossia le Marche. Tutto questo è stato possibile grazie anche agli allevatori di quelle zone, che allevando la marchigiana con la nostra stessa passione, se non maggiore, hanno saputo consigliarci e consegnarci i loro miglior soggetti, facendo sì che anche la nostra azienda ci sia una crescita genetica continua. Nell’azienda Colantone sono presenti circa 60 fattrici, con un ricambio generazionale fatto di 7/8 giovenche cresciute annualmente e generalmente composte da 4 tori, con diversa età, genetica e provenienza.

I bovini, nel periodo Maggio – Dicembre, vengono portati in alta montagna dove possono pascolare liberamente in 80 ettari di terreno, insieme ai loro figli.  

A Ottobre vengono venduti i vitelli ad altri allevatori, che proseguono con la filiera.

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A Dicembre avviene la transumanza, dove gli animali vengono portati in stalla, qui sono tenuti a stabulazione libera rispettando tutte le norme in materie di “benessere animale e vengono alimentati con fieno macinato, e cereali.Le vacche non subiscono lo stress della mungitura e i vitelli succhiano il latte materno fino all’età dello svezzamento.